Autovalutazione tra una Vita Reale e una Vita Virtuale
Vi siete mai chiesti quanto le nostre vite possano dipendere da qualcos’altro? Dalle altre persone, dagli eventi atmosferici, da animali o da oggetti, o anche da cose più grandi e impensabili, come il Sole, le stelle, la luna o altri pianeti, senza pensare al resto dell’Universo: galassie, buchi neri, meteoriti…
Insomma, siamo veramente padroni della nostra vita? Decidiamo per davvero il nostro destino? Esiste davvero un destino o è tutto un gioco di causa ed effetto? A tal proposito vorrei porre l’attenzione su uno degli aspetti che coinvolge la nostra vita più che mai, anzi come non mai: i social network!
Sempre più spesso noto persone che sembrano influenzate dalla vita di un cantante, dai soldi di un giocatore, dalla fama di un attore o dai sederi super sodi di una modella. Tutta la nostra vita prende esempio da modelli, rendendoci di fatto molto simili tra noi. La vita sui social ha condizionato molto il nostro modo di apparire prima di considerare quello di essere, Facebook, Instagram, TikTok, Twitter e chi più ne ha più ne metta. Ormai, il nostro mondo gira intorno al digitale e i nostri tempi sono scanditi da loro, i social media.
A quanti di voi non capita di trascorrere molte ore al giorno su un social network, siate onesti. C’è chi pubblica in modo compulsivo, chi fa il simpatico di turno, chi ostenta ricchezza o mostra i propri muscoli. Ma quanto c’è di vero o quanto ne siamo schiavi? Siamo realmente ciò che appariamo o vogliamo solo apparire nascondendo ciò che realmente siamo? Tendiamo a celare le nostre parti migliori nascondendole al mondo?
A tal proposito, ho trovato diversi articoli sulla rete, vi invito, se volete, a dare un’occhiata. In basso vi riporto i link. In particolare, mi ha colpito quello di Federica Vitale, un’esperta nel settore dei social.
Dalla sua pagina ho estrapolato qualche parte di testo in cui analizza i pro e i contro dell’uso dei social sulle nostre vite. In particolare analizza il loro uso, le prove e le incognite.
Siamo circa il 40% della popolazione mondiale che usa i social media (3 MILIARDI DI PERSONE), vi trascorriamo in media 2 ore al giorno (mica poco). Federica ha fatto una ricerca e ha sollevato una questione, ovvero se “i social media che giocano un ruolo così importante nelle nostre vite, sacrificano la nostra salute mentale e il nostro benessere così come il nostro tempo!”.
La sua ricerca si basa principalmente sull’autovalutazione, che spesso può essere imperfetta e la maggior parte degli studi si concentra su Facebook. Si tratta di un’area di ricerca in rapida crescita e gli indizi stanno cominciando ad emergere. Ecco, a seguire, alcuni dei risultati che potete approfondire anche sul suo sito web:
Stress
Le persone usano i social media per sfogarsi su tutto, dal servizio clienti alla politica, ma il lato negativo di questo aspetto è che i nostri feed spesso assomigliano a un flusso infinito di stress. Nel 2015, i ricercatori del Pew Research Center hanno cercato di scoprire se i social media inducono più stress di quanto lo possano alleviare. Nel sondaggio di 1.800 persone, le donne hanno riferito di essere più stressate rispetto agli uomini. Nel complesso, i ricercatori hanno concluso che l’uso dei social media era legato a “livelli leggermente inferiori” di stress.
Umore
Uno stato d’animo buono o cattivo può diffondersi tra le persone sui social media. Questo ha aumentato il numero di post negativi dell’1% e i ricercatori hanno scoperto che un post negativo di qualcuno in una città piovosa ha influenzato altri 1,3 post negativi da parte di amici che vivevano in città aride. La notizia migliore è che i post felici hanno avuto un’influenza più forte; ognuno ha ispirato 1,75 messaggi più felici. Tuttavia, non è chiaro se un post felice si traduca in una vera e propria spinta al buonumore.
Ansia
I ricercatori hanno guardato all’ansia generale provocata dai social media, caratterizzata da sentimenti di inquietudine e preoccupazione e difficoltà a dormire e concentrarsi. Non è chiaro se e come i social media causino ansia. I ricercatori hanno concluso che occorre fare più ricerca.
Depressione
Mentre alcuni studi hanno trovato un collegamento tra depressione e uso dei social media, c’è una ricerca emergente su come possano effettivamente essere una forza positiva. I ricercatori hanno rilevato livelli più elevati di sintomi depressivi tra coloro che hanno riferito di avere più interazioni negative. Gli scienziati stanno anche esaminando come i social media possano essere utilizzati per diagnosticare la depressione, che potrebbe aiutare le persone a ricevere le cure con prevenzione.
Sonno
Ora siamo circondati da luci artificiali tutto il giorno e anche la notte. La ricerca ha scoperto che questo può inibire la produzione del corpo dell’ormone melatonina, che facilita il sonno – e la luce blu, che viene emessa dagli schermi di smartphone e laptop è considerata la peggiore colpevole. In altre parole, se di notte controlliamo Facebook e Twitter, avremo un sonno irrequieto. I ricercatori dicono che questo potrebbe essere causato da un eccitamento fisiologico prima del sonno e le luci brillanti dei nostri dispositivi possono ritardare i ritmi circadiani. Ma non hanno potuto chiarire se i social media causino disturbi del sonno.
Dipendenza
La dipendenza dai social media non è inclusa nell’ultimo manuale diagnostico per i disturbi della salute mentale. Detto questo, i social media stanno cambiando più velocemente di quanto gli scienziati possano tenere il passo, quindi vari gruppi stanno cercando di studiare i comportamenti compulsivi legati al loro uso. E se la dipendenza dai social media esiste, sarebbe un tipo di dipendenza da Internet – e questo è un disturbo classificato. L’uso eccessivo è legato a problemi relazionali.
Autostima
Le riviste femminili e il loro uso di modelli sottopeso e Photoshop sono stati a lungo denigrati per aver sollevato problemi di autostima tra le giovani donne. Ma ora, i social media con i loro filtri, le luci e le angolazioni migliori, stanno diventando una preoccupazione primaria tra alcuni gruppi di campagne e organizzazioni di beneficenza. Ma non sono solo i selfie che hanno il potenziale per intaccare l’autostima. Uno studio condotto su 1.000 utenti svedesi ha rilevato che le donne che hanno trascorso più tempo su Facebook hanno riferito di sentirsi meno felici e fiduciose. Facebook ha avuto un effetto positivo sull’autostima rispetto ad altre attività che aumentano la consapevolezza di sé. Specchi e foto, spiegano i ricercatori, ci fanno confrontare con gli standard sociali, mentre guardare i nostri profili Facebook potrebbe aumentare l’autostima perché è più facile controllare come ci si presenta al mondo.
Benessere
Nel complesso, gli effetti dei social media sul benessere sono ambigui. Tuttavia, ci sono prove più chiare dell’impatto su un gruppo di persone: i social media hanno un effetto più negativo sul benessere di coloro che sono più socialmente isolati.
Rapporti
Anche la semplice presenza di un telefono può interferire con le nostre interazioni, in particolare quando stiamo parlando di qualcosa di significativo. Le donne passano molto più tempo su Facebook e, rispetto agli uomini, sperimentano molta più gelosia nel farlo.
Invidia
Tuttavia, l’invidia non è necessariamente un’emozione distruttiva – spesso può farci lavorare di più. Ma il tipo di invidia che i ricercatori hanno rilevato è “benevola”, poichè sostengono porti la persona a migliorarsi.
Solitudine
Coloro che trascorrono più tempo sui social media hanno il doppio delle probabilità di riportare l’isolamento sociale, che può includere la mancanza di un senso di appartenenza sociale, impegno con gli altri e relazioni soddisfacenti. Passare più tempo sui social media, hanno detto i ricercatori, potrebbe spostare l’interazione faccia a faccia e anche far sentire le persone escluse. “L’esposizione a tali rappresentazioni altamente idealizzate delle vite dei pari può suscitare sentimenti di invidia e la convinzione distorta che gli altri conducano vite più felici e di maggior successo, il che può aumentare l’isolamento sociale percepito“, spiegano.
Le sue conclusioni le riporto di seguito, le mie no, lascio a voi l’opinione, pensateci e, se volete, esprimete la vostra idea qui nei commenti o sui social:
Se volete una mia idea, semplicemente chiedetemela.
“È chiaro che in molte aree, non si sa ancora abbastanza per trarre conclusioni forti. Tuttavia, le prove indicano che i social media influenzano le persone in modo diverso, a seconda delle condizioni preesistenti e dei tratti della personalità.
Come per il cibo, il gioco d’azzardo e molte altre tentazioni dell’era moderna, è probabilmente sconsigliabile un uso eccessivo per alcuni individui. Ma allo stesso tempo, sarebbe sbagliato dire che i social media siano una cosa universalmente negativa, perché chiaramente portano una miriade di benefici alle nostre vite.”.
Infine, vi lascio un cortometraggio che, a mio avviso, lascia molto riflettere:
Trovo il suo articolo ottimo e scrupoloso nello spiegare i pro e i contro dal punto di vista emotivo (sui singoli) dei social, e mi ritrovo anche nelle sue stesse conclusioni, ovvero che i social non sono assolutamente una cosa universalmente negativa, ed anzi secondo me andrebbero fatti ancora maturare per risolvere tutte le problematiche che possono creare.
Io credo che essi siano strumenti incredibili, soprattutto guardando i loro risultati benevoli: maggiori interazioni tra persone anche di culture diverse, condivisione di news e avvenimenti senza per forza dover dipendere da una testata giornalistica (che può mutilare delle notizie in base alle sue ideologie), una globalizzazione finita e completa (anch’essa in realta con i suoi pro e contro), e molti vantaggi dal punto di vista emotivo.
Lei ha scritto che i social (basandosi su ricerche ovviamente) di solito non sempre hanno dei vantaggi sull’autostima: non mi ritrovo molto in questa cosa, poiché credo dipenda da quali pagine si frequenti, e molte di esse anzi sono un toccasana per la propria voglia i fare e autostima;
Sono d’accordissimo invece sulla questione della solitudine, poiché spesso e volentieri i social portano gli introversi a rendersi ancora di più tali oltre che sviluppare la sue già citate convinzioni distorte sulle vite altrui (le quali sui social mostrano solo una “facciata” di esse), il che porta anche all’uso eccessivo dei social stessi e quindi ad una “dipendenza” vera e propria, anche se come dice lei non si può ancora definire tale.
Ed è una verità assoluta il fatto che i social spesso e volentieri rovinano le interazioni reali, tra persone in carne ed ossa, il che è una cosa molto triste: creano inoltre le già citate “facciate” delle nostre vite, dietro le quali ci nascondiamo mostrando solo le parti più belle di esse, oppure scrivendo o postando cose per mostrare quanto la nostra vita sia felice giusto per non sentirsi inferiori agli altri anche se magari non è così, addentrandoci in un mondo di “pseudologia fantastica” e di atteggiamento istrionico, cosa che il video da lei offerto incarna perfettamente.
Credo però abbia una enorme incidenza sulle persone e la loro emotività anche un altro aspetto che secondo me è fondamentale per avere una visione più ampia: la sicurezza.
I social, essendo globalizzati e aperti a tutti, includono anche persone non sempre con buone intenzioni;
non sono rare le minacce di pubblicazione di cose personali al fine di estorsione di denaro, oppure insulti e beffe online: da qui nasce anche il fenomeno del Cyberbullismo, causato dalla scarsa sicurezza offerta dai gestori dei social.
Riguardo la poca sicurezza, voglio citare il fatto che Instagram, ad esempio, manca di amministratori Italiani da questo punto di vista, e risolvere problemi di Cyberbullismo in questi casi è più complesso, e voglio ricordare anche i non pochi suicidi o tentativi falliti avvenuti per colpa di tali cose.
Questo, a parer mio, è uno dei contro più grandi, e spero possa essere almeno in parte risolto col già citato maturamento dei social ed anche con una maggiore consapevolezza delle istituzioni giudiziarie Italiane in questo campo.
Ritornando però a cose più leggere e vantaggiose dei social, essi offrono anche lavoro (blogger, programmatori, grafici, addetti alla sicurezza online, influencer, video maker, ecc.) oltre che facilitarne la ricerca di uno.
E vorrei concludere ricordando la straordinaria utilità che i social hanno avuto e continuano ad avere in un periodo difficile come questo, in pieno Covid: sono loro che hanno permesso la DAD, lo smart working, e che hanno alleggerito il fardello mentale che ha portato questa serie di eventi, oltre che a permettere di far girare tra le persone le principali notizie sul covid, tra le quali, non mancavano purtroppo, infami fake news.
Quindi in sintesi questo ci riporta alle conclusioni simili di entrambi: i social non sono un male assoluto, ed anzi, dobbiamo accompagnarli nel loro miglioramento nel corso del tempo, al fine di farli diventare uno strumento perfetto sia dal punto di vista di sicurezza e simili, sia dal punto di vista emotivo.